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percorso monte Sacro 

Percorso MONTE SACRO archeologico Naturalistico 4Km sentiero verso la cima di monte Sacro dove erige le rovine di un antica abbazzia benedettina li pranzo a sacco e visita del territorio nel pomeriggio visita ai CUTINI una distesa con un laghetto naturale. 17,00 euro a persona minimo partecipanti 15Monte Sacro: il tempio dedicato alla SS.ma TrinitàIl pensiero riuscirà a ricostruire quei posti e a ridisegnare nelle menti la pace e la religiosità di un tempoA nord di Mattinata, alla distanza di circa Km 5,300 in linea d'aria, solitario, maestoso e superbo si eleva sino a 874 metri il Monte Sacro, la vetta più alta di tutto il Gargano orientale. La roccia della zona è calcarea, appartenente al cretaceo e all'eocene, con tracce di tufo miocenico e pliocenico: il terreno è ricco di idrati di ferro, di allumina e di silice libera; mentre, pur ricco di calcare, è ricco di argilla, per cui è di colore variabile dal grigio rossastro al rosso oscuro. Numerosi alberi, specialmente elci e querce, ancora risparmiati dalla vandalica scure, rendono testimonianza dei querceti e dei fitti boschi garganici, cantati da Orazio. Nel IV secolo d.C. il sito era ancora conosciuto come Monte Dodoneo, consacrato al culto di Giove; esso trova immediata analogia con il famoso Sacello (boschetto di querce) dedicato a Giove Dodoneo nella Grecia settentrionale. Dopo aver celebrato per la prima volta nella Sacra Grotta, in seguito all'apparizione dell'Arcangelo Michele, il Santo Vescovo di Siponto, Lorenzo Maiorano, con altri sette vescovi pugliesi si recò sul vicino Monte Dodoneo infrangendo l'idolo della divinità pagana, e dedicò il tempio alla SS.ma Trinità (fine V secolo d.C.). D'allora quel Monte sarebbe stato chiamato non più Dodoneo ma Monte Sacro. Oggi è possibile vedere solo un ammasso di vetuste grandiose rovine dell'Abbazia Benedettina della SS.ma Trinità, insigne monumento di stile garganico-pugliese-romanico, i cui ruderi conferiscono maggior suggestività a questo monte. Sostandovi a lungo davanti e ammirando uno dei più vasti ed interessanti panorami garganici, lungi dai rumori, il pensiero riuscirà a ricostruire quei posti e a ridisegnare nelle menti la pace e la religiosità di cui godeva un tempo questo sacro eremo. A valle di Monte Sacro, in località Tagliata, la presenza di uno stagno popolato di rane (i cosiddetti Cutini), interrompe una distesa di verde dell’altopiano che fa tanto “Irlanda”. Questa zona, che ricorda anche certi paesaggi alpini per la tranquillità e l’aria fresca e leggera, si presta per il turismo montano. Ma ad attirare frotte di turisti è però una leggenda pruriginosa, ma dal sapore amaro: la arcinota leggenda di Tagliata, che spiega anche il perché di quel nome (tagliata) della località. Leggenda narrata dai nostri avi ai piccoli dinanzi al caminetto, durante le gelide serate invernali. Facile in quei casi dar fuoco alla fantasia. Ad ogni buon conto si narra che allora l’altopiano ai piedi del monte era popolato da fattorie e masserie. I pastori durante la transumanza “s cendevano” a valle e restavano lontani da casa per mesi e mesi. Lasciando quindi le donne con i piccoli. Secondo le usanze di allora, i monaci del vicino convento, esseri demoniaci, uscivano dalle mura dell’abbazia per la questua e visitavano le masserie. Forse non si limitavano solo a chiedere il pane, ma anche dell’altro. Resta il fatto che i pastori tornando a casa dopo la lunga assenza si ritrovarono con le mogli ingravidate.Scoppiò una rivolta, i contadini si armarono di forconi e falci ed assaltarono l’abbazia. I monaci fuggirono addirittura volando. Ma furono acciuffati a valle. Subito dopo andò in onda una feroce decapitazione di massa. Ecco perché la località prese il nome Tagliata Maggiori informazioni 

 

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